Questa magnifica abitazione risale ai primi dell’800.
Lungo via Confine sono sopravvissute, grazie alle tutele e ai vincoli storico artistici, diversi edifici rurali che presentano, come nel caso della dimora al n. 129, un’architettura nota come “casa colonica di tipo cesenate”, volta a mezzogiorno e ispirata all’antica domus romana.
Il porticato frontale rappresenta infatti l’antica sopravvivenza di uno dei quattro lati della domus e gli interni sono distribuiti in modo semplice e razionale. Come per la maggior parte delle case coloniche, anche la casa al 129 presenta da un lato il pozzo e dall’altro un edificio riservato agli animali o al deposito degli attrezzi. Sul pianterreno si affacciano quelle che un tempo erano la stalla a destra e i locali da lavoro a sinistra, ove spesso si conservavano i telai delle filatrici. La porta centrale conduce, come accadeva all’epoca, al primo piano dove si trovavano la cucina e le camere da letto. In origine erano inoltre presenti due camini, uno al piano terra e uno al primo piano. Le tegole e la maggior parte delle travi in legno presenti oggi sono quelle originali risalenti all’Ottocento.
Montaletto, frazione della provincia di Forlì-Cesena, è diventata vera e propria località autonoma solo dopo l’Unità d’Italia del 1861. Prima, a parte rari casi, è stata sempre considerata parte di Villa Inferno. L’area era comunque abitata sin dall’età del Bronzo e numerosi ritrovamenti archeologici di questo territorio sono oggi conservati al Museo Nazionale di Ravenna.
Nota già nel Medioevo, a partire dal Rinascimento Montaletto fu legata al nome dei Locatelli, famiglia benestante di Cesena proprietaria di numerosi poderi della zona che ebbe, fino alla fine
del XIX secolo, un’importante voce in capitolo nella vita dei mezzadri di Montaletto per i quali fece costruire un oratorio, collezionando anche numerose investiture. Al 1700 risalgono le diatribe tra il vescovo locale e la Contessa Locatelli che riteneva che la chiesa di Montaletto, a poca distanza dal n. 129, le appartenesse e ne disponeva dunque a suo piacimento apertura e chiusura. Poco dopo venne costruito, vicino alla chiesa, Palazzo Locatelli, non distante dal quale, a metà Ottocento, sarebbero sorte la bottega dei Sali, quella dei Tabacchi e la Salsamenteria che avrebbero reso Montaletto più all’avanguardia della stessa Villa Inferno.
Le dimore coloniche presenti lungo via Confine e tra Villa Inferno, Montaletto e Cervia, trovano la loro massima espressione nella cosiddetta Visdomina, la casa colonica cui tutte si ispirarono e che rappresenta la funzione stessa propria di queste case: luoghi in cui i coloni vivevano e coltivavano le terre su indicazione dei signori locali, cui riconoscevano periodicamente i loro tributi (quasi sempre salatissimi) in forma di percentuali di raccolto, secondo i contratti di mezzadria esistente con i rispettivi proprietari terrieri.
L’abitazione del 129 è appartenuta per decenni alla famiglia Gend-Zamagna, presente sul territorio sin dall’Ottocento e nota per le numerose terre che da lei dipendevano.
In epoca recente la dimora al 129 è stata abitata anche dalla compagnia dei burattinai di Cervia. Non a caso ancor oggi a Villa Inferno esiste il Museo dei Burattini e delle Figure che promuove la conoscenza di questa antica tradizione locale.
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